Quando inizia la lallazione nei bambini | Consigli su come aiutarli

Quando inizia la lallazione

Bentrovati su Newborn Tips, oggi andremo a parlare di una delle prime fasi dello sviluppo comunicativo del bambino, rispondendo alla domanda che molti genitori si fanno, ovvero quando inizia la lallazione, come riconoscerla, come stimolare i neonati in questa tappa cruciale del loro percorso verso le prime parole e quando preoccuparsi. Restate sintonizzati per scoprire tutto al riguardo.

Che cos’è la lallazione?

Quei primi “ba-ba” o “da-da” rappresentano un momento emozionante per i genitori, ma non sono solo suoni casuali, bensì segnali di un importante progresso nello sviluppo linguistico neonato.

La lallazione è una tappa del percorso di apprendimento linguistico del neonato, in cui il piccoletto inizia a emettere suoni ripetitivi come “ba-ba“, “da-da” o “ma-ma“.

In realtà questi suoni, che spesso sembrano casuali, sono il risultato dell’esplorazione delle capacità vocali e della coordinazione tra bocca, lingua e corde vocali.

Quanti tipi di lallazione esistono?

Esistono principalmente due tipi di lallazione, che rappresentano fasi distinte nello sviluppo linguistico del bambino:

1) Lallazione canonica: Si manifesta intorno ai 6 mesi. Il bambino produce sillabe ripetute e ben definite, come “ba-ba“, “da-da” o “ma-ma“.

Anzi questi suoni sono regolari e costituiscono le prime combinazioni di consonanti e vocali, segno che il neonato sta affinando il controllo del suo apparato fonatorio.

2) Lallazione variata: Compare intorno ai 9 mesi. Il bambino inizia a combinare suoni diversi, ad esempio “ba-da“, “ma-ta” o “ga-ma“.

Così che questa fase mostra una maggiore complessità e flessibilità nella produzione dei suoni, avvicinando il piccoletto alle prime parole.

Differenza tra lallazione canonica e variata

Per tornare al punto, la lallazione canonica è caratterizzata da ripetizioni semplici e regolari, mentre la lallazione variata introduce combinazioni più articolate, rappresentando un progresso nello sviluppo cognitivo e linguistico del bambino.

Entrambe le fasi sono essenziali per la preparazione alle parole e alla comunicazione verbale bambini.

Fase della lallazione

Di solito si manifesta tra i 4 e i 6 mesi di vita del neonato e si sviluppa progressivamente nel corso dei mesi successivi. Durante questo periodo, il bambino inizia a sperimentare con i suoni vocali, esplorando il suo apparato fonatorio e interagendo con l’ambiente circostante. Ecco come si evolve:

Lallazione precoce (4-6 mesi): Il bambino inizia a emettere suoni simili a vocali (“aah“, “ooh“) e, gradualmente, aggiunge alcune consonanti isolate.

Lallazione canonica (6-9 mesi): Compaiono le prime sillabe ripetute, come “ba-ba“, “da-da” o “ma-ma“. In questa fase lallazione, i suoni sono più strutturati e il nascituro li ripete spesso, attirando l’attenzione di chi lo circonda. A dire il vero sono spesso interpretati come tentativi iniziali di parlare, anche se non hanno ancora un significato specifico.

Inoltre in questa fase il bambino esercita i muscoli della bocca, inizia a modulare il suono e a sviluppare le basi per la comunicazione verbale futura.

Lallazione variata (9-12 mesi): Il pargolo sperimenta con sequenze di suoni più complesse, combinando consonanti e vocali in modi diversi (“ba-da“, “ma-ta“). Questa tappa del percorso è un preludio alle prime parole dei neonati vere e proprie.

Perciò durante la fase della lallazione, è importante rispondere ai suoni del bambino per incoraggiare la comunicazione e favorire lo sviluppo linguistico.

Come riconoscere la lallazione?

Riconoscere la lallazione nei bambini è abbastanza semplice, poiché si manifesta attraverso suoni specifici e ripetitivi che il neonato emette spontaneamente. Ecco come identificarla:

Segnali principali della lallazione:

1. Sillabe ripetitive: Il bambino inizia a ripetere suoni come “ba-ba“, “da-da“, “ma-ma“, “pa-pa” o “ta-ta”.

2. Tono melodico: I suoni emessi possono avere variazioni di intonazione, come se il bambino “cantasse” o cercasse di imitare il linguaggio degli adulti.

3. Movimenti coordinati: Spesso, il pargolo accompagna la lallazione con gesti, sorrisi o movimenti, cercando di interagire con chi lo ascolta.

4. Reazione agli stimoli: Il neonato potrebbe aumentare la lallazione quando riceve attenzione, come sorrisi o parole dai genitori, mostrando che si tratta anche di un atto comunicativo.

Quando preoccuparsi se un bambino non lalla?

Se un bambino non inizia a lallare entro i 10-12 mesi, potrebbe essere il caso di monitorare la situazione più attentamente.

Tuttavia, è importante ricordare che ogni bambino si sviluppa a un ritmo diverso.

Di seguito trovi alcune situazioni in cui potrebbe essere utile consultare un pediatra o un logopedista:

Assenza di vocalizzi o suoni: Se il piccolo non produce alcun tipo di suono (ad esempio, gorgoglii o vocalizzi) prima dei 6 mesi.

Mancanza di reazione ai suoni: Nel caso in cui il neonato non reagisce ai rumori o alle voci, potrebbe essere utile verificare l’udito.

Nessun tentativo di imitazione: ovvero quando il piccoletto non tenta di imitare i suoni o non sembra interessato alla comunicazione con gli adulti.

Altri segnali di ritardo nello sviluppo: Se il ritardo nella lallazione è accompagnato da altri ritardi nello sviluppo motorio o cognitivo.

Assenza di comunicazione non verbale nei bambini: Se non usano gesti, come indicare o salutare con la mano, entro i 12 mesi.

Smette improvvisamente di lallare dopo aver iniziato: senza alcuna spiegazione apparente.

Come aiutare un bimbo che non parla?

Se un neonato non parla, è importante ricordare che i primi mesi e anni di vita sono un periodo in cui il linguaggio si sviluppa gradualmente.

Considerando che nei primi mesi i neonati non parlano ma comunicano attraverso pianti, vocalizzi e gesti; tuttavia, se noti che il tuo bambino non emette suoni o mostra segni di ritardo nello sviluppo comunicativo, ci sono diversi modi per aiutarlo:

1. Stimolare l’interazione

  • Parla al bambino frequentemente: Usa un tono di voce dolce, chiaro ed espressivo. Anche se il pargolo non risponde verbalmente, ascolta e impara dai suoni che sente
  • Rispondi ai suoi vocalizzi: Quando il piccoletto gorgoglia o emette suoni, rispondi come se fosse una conversazione. Questo rafforza la comunicazione a due vie
  • Chiamalo per nome: Questo lo aiuta a riconoscere che i suoni hanno un significato

2. Giocare e cantare

  • Canta canzoncine: Le melodie e i ritmi catturano l’attenzione del neonato e lo incoraggiano a imitare
  • Usa giochi sonori: Giocattoli che producono suoni o giochi che implicano fare rumori, come il “batti le mani”, possono stimolare l’imitazione

3. Leggere ad alta voce

Leggi libri per neonati con immagini semplici e descrivili lentamente. Questo aiuta il bambino a collegare i suoni alle immagini.

4. Osservare la comunicazione non verbale nei bambini

  • Incoraggia i gesti: Se il nascituro non parla, osserva se usa gesti come indicare o allungare le braccia per farsi capire
  • Mostra gesti semplici, come salutare con la mano, per aiutare l’infante a iniziare a comunicare

5. Limitare il tempo davanti agli schermi

Gli schermi (televisori, tablet, smartphone) non offrono un feedback reciproco né la stessa interazione umana necessaria per lo sviluppo del linguaggio nei bambini.

Per esempio, un video o un’app non reagisce ai vocalizzi del neonato, non sorride né incoraggia una risposta, elementi fondamentali per lo sviluppo della comunicazione.

6. Consultare un medico se necessario

  • Verifica l’udito: Se il piccolo non reagisce ai suoni, consulta un pediatra per escludere eventuali problemi di udito
  • Valutazione specialistica: Se entro i 12 mesi non ci sono vocalizzi, lallazione o tentativi di imitazione dei suoni, potrebbe essere utile una valutazione con un logopedista o uno specialista in questo campo

Ricorda che ogni creatura si sviluppa al proprio ritmo. Alcuni potrebbero iniziare a parlare più tardi senza alcun problema di fondo.

In ogni caso se il pediatra conferma che ci sono motivi di preoccupazione, potrebbe essere necessario un intervento precoce con il supporto di un logopedista, al fine di garantire al neonato il sostegno necessario per potenziare al meglio le sue capacità comunicative.

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Newborn Tips, La Redazione

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